lunedì 23 luglio 2018

M. Cornacchia da Fontana Tricaglio Villavallelonga

Data: 21/07/18
Regione e provincia: Abruzzo (AQ)
Località di partenza: Fontana Tricaglio Villavallelonga ( 1050m )
Località di arrivo: Monte Cornacchia (2007 m)
Tempo di percorrenza: 7 ore circa 
Chilometri: 14 circa
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Rossa, Bianco Rossa, Sbiadita infine Ometti.
Cartografia: Coppo dell'Orso Carta dei sentieri della Vallelonga.
Dislivello in salita: 1300 m circa
Accesso stradale: Oltrepassare Villavallengonga, la Fontana Tricaglio si incontra su strada



Il sentiero parte proprio dal fontanile. Inizialmente non è ben segnalato ma si passa di fianco ad un campo scout e si entra nel bosco di querce.
Qui la segnaletica è migliore (bianco-rossa). Dopo un km circa si arriva ad un pianoro erboso dove, sulla destra, attraversando diagonalmente, si "vede" Fonte Astuni (1200 m). Attenzione a non seguire la sterrata bianca, come ho fatto io, perché non è quello il sentiero. Quello giusto parte proprio dal vascone di Fonte Astuni. Da qui si inizia a salire inesorabilmente nella monotona faggeta. Bella, tanto bella, ma quando finisce? Lo sguardo verso l'alto non porta conforto.
Il percorso è ben segnato e con qualche zig-zag si arriva finalmente a quota 1870, 2 ore, dove ci aspetta il rifugio Coppo Dell'Orso. Il rifugio appartiene al CAI, mi avrebbe fatto piacere vederne l'interno ma la porta è chiusa con un lucchetto.
Adesso lo sguardo può spaziare su questo angolo del Parco forse un po' poco frequentato.
Piccola pausa colazione ed intanto mi guardo intorno. Non vi sono segnavia e la zona è circondata da monti che si equivalgono come altezze, nemmeno le croci di vetta mi aiutano ad individuare la mia meta, ce ne è una su ogni cucuzzolo. Cartina e bussola alla mano mi fanno scoprire che il Cornacchia da dove sono non si vede. 
Parto in direzione di esso e, superato un colle, raggiungo i Tre Confini. Ad indicarlo c'è un paletto di metallo che poi scoprirò essercene altri quasi ad indicare la via da fare. 
Perché poi si chiamano Tre Confini non l'ho capito... vabbè, sono un po' ignorante, rimedierò.
Fare attenzione una volta arrivati qui, consiglio di tirar fuori carta e bussola pena sbagliare monte.
Seguendo la linea di cresta, verso destra, (sinistra orografica) si inizia a vedere la meta. Da qui è facile arrivare. Arrivo sulla cima alle 11:45 circa (4 ore). 
La vetta non ha croce ma solo un pilone prismatico di metallo, cosa che mi ha incuriosito vista l'abbondanza che invece ci circonda. Mi godo il panorama.
Dopo la foto di rito riparto per andare a pranzare a Coppo Dell'orso. 
Da qui, per la stessa via di andata, si prende la tragica discesa, costante e ripida fino a Fontana Tricaglio dove mi aspetta la macchina. Con le ginocchia a pezzi me ne torno a casa.



La traccia ed il profilo altimetrico si riferiscono al percorso di ritorno. Quindi saranno al contrario.





giovedì 19 luglio 2018

Lixada BRS 3000T un fornello a gas ino ino ino

Cercavo un fornelletto a gas per le catucce EN 417, quelle con valvola filettata per capirci. Mi è sempre piaciuto il fornello della MSR, il poket rocket, e quindi mi son fatto un giretto su amazon per vedere prezzi e disponibilità. Come al solito il famoso sito di e-commerce ci mostra un elenco di prodotti simili e così mi è saltato l'occhio su questo fornello di fattura cinese. Il prezzo basso, mi pare intorno ai 18 euro, e le ridottissime dimensioni, mi hanno subito incuriosito anche se son sempre malfidato delle cose troppo piccole e leggere. Comunque l'ho ordinato. Mi son detto; perché non provare? tanto oggi è tutto cinese.
Così dopo quattro giorni è arrivato.

Inizialmente son rimasto scioccato ed anche un po' deluso. Già la confezione, a prima vista, risulta scarna e minimalista, in più il BRS 3000T non è piccolo e leggero, è piccolissimo e leggerissimo!!! Sembra quasi ti si possa rompere in mano per scartarlo dalla confezione.
Il blister (è difficile definirla confezione) contiene sia il fornello che un sacchetto dove riporlo di colore verde brillante (forse per evitare di perderlo date le sue dimensioni)
Una volta scartato, l'aggeggio sta in un pugno di una mano. Il materiale dichiarato sulla confezione è il titanio, questa certo è una buona notizia, soprattutto perché mi fa sperare che non sia proprio proprio una cinesata... cioè lo è ma forse una cinesata curata. Le alette reggipentola sono molto solide una volta bloccate nella loro posizione ed hanno anche una buona apertura. Io ho provato con il pentolino della Trangia 27, che normalmente uso, ed effettivamente coprono una buona porzione del fondo, abbastanza da non rendere precario il tutto.
La prova all'accensione è stata un po' delicata in quanto il rubinetto del gas ha una corsa molto ridotta. O meglio, la corsa del rubinetto è lunga ma tutta la potenza viene erogata nel primo giro e quindi bisogna aprire e chiudere con piccoli movimenti. La potenza è davvero elevata, sulla descrizione dichiarano 2700W e un tempo di 2 minuti e 58 secondi per far bollire un litro d'acqua. La fiamma ha una forma particolare, è obbligata da alcune alette presenti sul bruciatore che le conferiscono una forma elicoidale. Non so a cosa possa servire ma è così. Il consumo dichiarato è di 140 g di gas per ora di utilizzo.
Ovviamente ho fatto una prova consumi, più orientata al suo reale utilizzo, facendo bollire 250 ml di acqua e prolungando l'ebollizione per cinque minuti. Faccio questa prova perché è circa il tempo che ci vuole per farsi una minestrina con pasta all'uovo, cosa che faccio spesso la sera in montagna. Non ho misurato il tempo trascorso fino al primo bollore, sinceramente non mi interessa e poi 250 ml di acqua hanno iniziato a bollire dopo poche decine di secondi. Il consumo di gas dopo questa prova è stato di 11 g (facciamo 10 g per arrotondare).
La prova è stata effettuata all'esterno con una brezza leggera e fiamma regolata a poco più del minimo, il giusto per non farla muovere dal vento.
Una cosa che mi ha fatto molto piacere constatare è che il BRS 3000T montato su una cartuccia da 100 g sta bene sotto la Trangia 27 montata nella sua completezza. Certo, la regolazione del rubinetto gas se ne va a benedire, a meno di non spostare tutto rischiando magari di rovesciare la cena, però è una buona alternativa all'alcol. Specialmente quando vado in giro con la famiglia e porto la Trangia completa. 
In conclusione il fornelletto funziona bene, per quanto lo abbia potuto testare. La vera prova la farò sul campo e sicuramente ne saprò di più.





martedì 10 luglio 2018

M. Crepacuore da Campo Catino

Data: 08/07/18
Regione e provincia: Lazio (FR)
Località di partenza: Campo Catino (1793 m )
Località di arrivo: Monte Crepacuore (1997 m)
Tempo di percorrenza: 4 ore circa Chilometri: 10 circa
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Bianco Rossa e Paletti con frecce
Dislivello in salita: 500m (saliscendi)
Accesso stradale: Da Guarcino seguire indicazioni per Campo Catino




Stamattina di buon ora son partito in compagnia del mio cane alla volta di Campocatino. L'escursione l'ho scelta semplice e corta per poter tornare a casa per l'ora di pranzo. Sveglia alle cinque e partenza da casa per le sei (non ci metto un'ora per prepararmi ma meglio far digerire un po' il cane prima di fargli fare tutte quelle curve in macchina). Tutto liscio fino a Guarcino poi mi sbaglio ed invece di arrivare a Campo Catino mi ritrovo ad Arcinazzo!! Comunque, fatti i 30 chilometri indietro eccoci pronti al parcheggio di Campo Catino. Alle 8 ci mettiamo in marcia, l'aria è frizzantina ed il vento maledettamente fastidioso. Il sentiero inizia ad est e bisogna subito superare la pista da sci che, come potete immaginare, d'estate non è un gran vedere. La prima impettata si fa subito sentire, non tanto per la fatica quanto per il fondo sassoso e scivoloso, inoltre il vento freddo mi da fastidio alle orecchie. Mi accorgo di essermi dimenticato il cappelletto con copriorecchie e così ne improvviso uno con la maglietta di riserva, poco male, pare funzioni. 


Superata la pista da sci il sentiero prosegue praticamente in piano, poco sotto il filo di cresta, fino al raggiungimento della sella di Monte Pozzotello (1940 m). Scendiamo per incontrare l'omonima fonte  dove ci accolgono mucche e soprattutto mosche, tante mosche. Brenda (il cane) ne approfitta per un bagnetto nel fontanile e poi ricominciamo a salire il versante opposto. Si continua in diagonale su mezza costa fino a riconquistare il filo di cresta. Le mosche sembrano averci lasciato in pace. In poco tempo raggiungiamo la cima del Monte Crepacuore  (1997 m) pronti a rifocillarci e goderci il panorama.

Ritorniamo sullo stesso sentiero di andata. C'è la possibilità di fare un anello ma dato uno sguardo alla cartina mi accorgo che in ultimo avremmo dovuto fare un pezzo di asfaltata e non mi andava.


Tornati al fontanile ritroviamo le mosche, tante stavolta. La salita alla sella del Pozzotello fa sudare e questo attira le bestiacce più di prima. Ho invidiato la coda delle mucche per quasi tutta la strada. Ci accompagneranno fino alla macchina.

Il percorso non è difficile ed è ben segnato. Il dislivello non è molto ma di quello bello allenante, le salite vanno affrontate anche a ritorno. E' stata una bella passeggiata su una montagna non tanto frequentata, forse anche snobbata ma che regale delle vedute fantastiche.



lunedì 9 luglio 2018

M. Viglio da Valico della Serra



Data: 24/06/18
Regione e provincia: Lazio (FR)
Località di partenza: Valico della Serra (1608 m)
Località di arrivo: Monte Viglio (2156 m)
Tempo di percorrenza: 4 ore circa
Chilometri: 8 circa
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Bianco Rossa
Dislivello in salita: 600 m
Accesso stradale: Da Filettino (FR) seguire le indicazioni per Campo Staffi.

Il percorso più corto e meno faticoso per salire sulla cima più alta dei Simbruini.
Nel ricominciare con le escursioni ho deciso di recarmi in uno dei parchi da me preferiti e di salire per la terza (o quarta?) volta sul Monte Viglio.
La scelta del percorso è stata dettata dal lungo periodo di inattività, così, tanto per ri-cominciare, ho pensato che i 600 metri di dislivello fossero abbastanza per riprendere un po' di "gamba".
Sveglia presto, le cinque, colazione per me e Brenda (la mia cagnetta) ed alle sei siamo "già" in macchina in direzione Filettino. Le previsioni meteo avevano toppato, come è stato per tutto Giugno, e ci ritroviamo con un cielo terso, coperto da nuvole che non preannunciano niente di buono ma ormai eravamo partiti e nella mia testa già si formavano le immagini dei panorami più distanti che si potevano trovare lassù.
Arriviamo senza problemi al Valico della Sella, la strada la conosciamo bene, tempo di mettersi lo zaino in spalla e si parte.
Sulla sterrata che parte dal valico Brenda mi precede, era tanto che non la vedevo correre cosi. La sterrata è un po' noiosa ma passa e ci ritroviamo presto alla Fonte della Moscosa, da quì saliamo a sinistra (est) per una valletta. Il cielo non vuole saperne di farci vedere un po' di sole ma forse, per il momento, meglio così. La prima salita alla Madonnina della Valle Roveto (1750 m)mi fa ricordare di non essere più allenato ma il pensiero di rivedere quel panorama mi spinge e arrivati su non ci nega la sua vista. Ormai, spezzato il fiato, la camminata si fa meno pesante. Continuiamo sul sentiero che ricalca la linea di cresta, superiamo M. Piano ed usciamo dalla linea degli alberi. Davanti a noi il tratto erboso che sale diagonalmente per raggiungere la cresta che ci porterà in cima. Brenda ha qualche scaramuccia con i cavalli che si trovano nel bel mezzo del sentiero, deviamo su un percorso più ripido per aggirarli. Il mio cane non sta simpatico ai cavalli... vabbè...
Dopo qualche piccolo saliscendi arriviamo al Gendarme (2143 m).


Il problema ora è che non ero mai stato sul Viglio con il cane. Provo a farcelo salire ma niente da fare, la chiamo cagnetta ma è un labrador di trenta chili almeno. Dopo un buon quarto d'ora per fargli ridiscendere quei due scalini saliti puntiamo ad aggirare il Gendarme. Non lo avevo mai fatto ma la traccia era evidente.

Siamo quasi arrivati quando inizia a piovere. Prima due gocce, poi quattro, poi giù il diluvio.
Scendiamo di corsa e ci fermiamo dentro alla grotticella che sta proprio sotto il Gendarme, grotticella che non conoscevo non avendo mai fatto quella strada ma che risulta provvidenziale. L'idea è di aspettare che spiova e mentre aspettiamo ci rifocilliamo un po'. Il tempo sembrava migliorare, la pioggia diminuire ma dal Cotento il vento stava per portare nuvole ancor più nere.


Nulla di fatto, decido che è meglio tornare giù, sul Viglio ci torneremo un'altra volta.


Traccia GPS


Profilo altimetrico

Tracce gps e profili altimetrici presenti sul blog

Nei racconti delle escursioni ci sarà la possibilità di scaricare la traccia gps in formato kml (google earth) ed il profilo altimetrico, quest'ultimo molto utile per verificare i vari dislivelli.
Di rado vado in giro con il gps acceso per registrare la traccia, se lo faccio è per memorizzare qualche variazione dal normale tracciato o sentiero, quindi voglio descrivere qui di seguito i due strumenti che utilizzo per preparare questi files.
Fortunatamente internet ci aiuta con due siti, nello specifico GpsMap e GPS Visualizer.

GpsMap, in italiano e molto intuitivo, ci permette di ricalcare sentieri da mappe escursionistiche e salvare l'output in formato traccia kml o gpx.
In pratica basta cliccare su creazione mappa, scegliere la mappa dalla lista in alto e inserire i punti consecutivi a creare la traccia, sempre con il mouse cliccando punto dopo punto.
Per zoomare la carta doppio click con tasto sinistro e destro.
Come si può notare sono presenti solo carte del centro italia.

GPS Visualizer, per la creazione dei profili altimetrici, è un po' più complicato ma niente di così estremamente difficile.
Vediamo come funziona.
Innanzitutto abbiamo bisogno di una traccia (va bene sia kml che gpx) da dargli in pasto e può venire tranquillamente da GpsMap oppure da qualsiasi strumento e software che produca files con questi formati.
Dalla homepage scegliamo l'opzione Profiles (elevation ecc). Si apre una pagina con un form a prima vista complesso ma a noi servono solo un paio di caselle. Come vediamo in figura le caselle che ci interessano sono quelle circolettate di rosso.


Nella parte destra, dove c'è scritto Upload your GPS data files clicchiamo su scegli file ed inseriamo la nostra traccia.
Adesso dobbiamo vedere se il nostro file traccia contiene i dati altimetrici oppure no. Se la traccia proviene da un gps probabilmente si e quindi cliccando su Draw the profile  il gioco è fatto. Se invece non sono presenti sulla traccia i dati altimetrici, come ad esempio costruendo la stessa da GpsMap, allora dobbiamo aggiungere tali dati. Per fare ciò apriamo il menù a tendina della casella Add DEM elevation data (altro circoletto rosso in figura) e scegliamo NASA SMTR1 ecc ecc. 
Il software sovrapporrà la nostra traccia su un database altimetrico e ci restituirà l'altimetria che ci interessa. Per finire clicchiamo su Draw the profile e scarichiamo l'immagine del profilo altimetrico così ottenuto.

Molto spesso il profilo altimetrico non sarà così preciso, questo perché di solito lo preparo a "tavolino" e quindi, ricalcando una traccia su una mappa a mano libera, ci possono essere degli errori. Comunque ciò che mi interessa è una visualizzazione abbastanza precisa dei saliscendi che ci saranno da affrontare in una escursione.

Questo post probabilmente serve più a me per ricordarmi come funzionano i due siti internet piuttosto che ad un eventuale lettore. Penso comunque che sia buona norma conoscere la natura delle tracce trovate nei racconti, soprattutto per capirne l'incertezza e l'imprecisione.



Si torna in montagna

Ritrovare e rileggere vecchi post, nascosti ma conservati nel mare di internet, suscita emozioni e flussi di pensieri alla Marcel Proust.
Il rinato interesse per le passeggiate in montagna mi ha fatto navigare seguendo una rotta che avevo abbandonato anni fa ed è così che ho ritrovato vecchi amici, letto le loro storie e apprezzato il fatto di averli rivisti proprio lì, dove li avevo lasciati anni addietro, insieme a nuovi amici che condividono con me la stessa passione.
E si. Perché di passione si tratta. Perché solo le vere passioni sono così tenaci da rimanere tali anche dopo anni, anche dopo averle messe in un cassetto e dimenticate lì. Prima o poi rispuntano fuori.
Ed è così che ho ritrovato questo blog, che all'epoca non era nient'altro che un piccolo esperimento informatico. Non l'ho mai seguito molto, probabilmente non mi interessava così tanto ma ritrovarlo è stata una bella sensazione, un riallacciarsi alla vecchia rotta ma anche un rinnovarsi, perché gli anni passati non scalfiscono le passioni, anzi, le amplificano e le fanno più tue e forse te le fanno apprezzare sotto punti di vista diversi.
Ne sono cambiate di cose dall'ultimo post. Nel frattempo ho finito casa (forse sarebbe meglio dire resa vivibile), ho avuto un figlio che ora ha quasi tre anni, mi sono sposato e siamo in attesa dell'arrivo di un'altro sgrinfio (sgrinfia visto che dovrebbe essere femminuccia). Nel frattempo ho messo su qualche chilo che sto tentando di rimuovere, anche ricominciando ad andare in montagna.
Per adesso la mia compagna di passeggiate sarà la mia cagna, Brenda, visto che il figliolo è troppo piccolo e la moglie troppo incinta, anche se organizzerò passeggiate adatte a loro. Del resto chi mi conosce lo sa, per me la montagna inizia dove finisce la linea degli alberi e per loro due (e mezzo) è ancora troppo presto.
Detto questo, ho deciso di riprendere a scrivere su questo blog. Sarà il mio diario. Molto probabilmente diverrà una raccolta di passeggiate ed escursioni, condite magari da qualche pensiero e, perché no, qualche fuori luogo simpatico raccontato qua e la, tanto per farsi due risate.