venerdì 16 ottobre 2009

Romantiche castagne


Possiamo ormai dire addio all'estate. I colori degli alberi, il profumo del mosto e le temperature ci guideranno ormai fino alle porte dell'inverno.
Nel mio paese si sta per festeggiare la sagra più importante, quella delle castagne. Siamo arrivati al settantacinqueisimo anno e, festa a parte, tornano in mente giorni e giorni passati a raccogliere questo frutto che, tra boschi e dita doloranti regala una magia difficile da descrivere a parole, un po' simile alla vendemmia.
Ormai le tradizioni si sono perse, però la voglia di spazi aperti rimane ed è così che oggi durante il lavoro, un pensiero ha iniziato a definirsi nella mia mente. Il pensiero pian piano si è trasforma in voglia, voglia di passare una giornata nei castagneti a raccogliere i marroni e, perchè no... funghi con i quali cuocere un bel risotto sul fuoco.
Oggi l'outdoor è sempre più sinonimo di materiali tecnici e moderni. Materiali leggeri, comodi e super tecnologici ma tutto questo a volte mi stanca. La voglia di una bella pentola di metallo, qualsiasi esso sia perchè non so di cosa sia fatto il vecchio pilone pieno di fuliggine di mia nonna, di un bel fuoco schioppetante, una coperta di lana e tanta buona volonta mi attira ancora e così ho deciso di recuperare tutte le cose vecchie che ho a casa e di andarmene una giornata a fare "castagne".
Tra tutte le cose ho recuperato un vecchio zaino militare di quelli che sembrano juta, scomodissimi, una bella pentola vecchia, qualcosa che potrebbe essere definito un plaid solo che di lana ed una cucchiarella di legno.
Alla fine, dopo essermi spremuto le meningi, sono arrivato alla conclusione che quello che ho trovato, tranne il riso, è tutto quello di cui ho bisgno. Quasi un paradosso se uno pensa a tutto quello che si porterebbe dietro oggi per stare un giorno fuori all'aria aperta. Naturalmente non ho considerato il peso sennò avrei lasciato perdere.
Magari di castagne non ne porterò indietro nemmeno una ma tanto quella è la scusa per passare una giornata alla vecchia maniera.
Vedremo come va'.
Ciao.

martedì 13 ottobre 2009

Vento e Motosega

Ammazza che vento ieri sera!!! E ammazza quanto pesa la motosega!!!
Ieri ho assistito alle più forti raffiche di vento della mia vita. Gli alberi si piegavano talmente tanto che le cime sembravano voler toccare il suolo. Il cielo mostrava le sue stelle brillanti come nelle notti di febbraio e cadevano foglie come neve. Il tutto aveva un fascino singolare, la forza della natura si è fatta sentire probabilmente al minimo delle sue capacità ma è bastato per impaurire noi uomini e, purtroppo, produrre gravi danni anche alle persone.
Fatto è che due grossi abeti, di almeno sessanta anni e alti una trentina di metri, non hanno resistito alle forti raffiche e si sono spezzati. Capita, diranno molti, ma quando capita a te sai che ti devi rimboccare le maniche e cosi da stamattina mi sono trasformato in boscaiolo. Dopo pochi minuti la mia motosega sembrava un macigno di quelli dei cartoni di Hanna Barbera.... 1000 tonnellate.... e così tra sforzi intensi (pochi) e pause (tante) sono riuscito quantomeno a liberare il viale intralciato. Viale non solo mio e quindi da liberare assolutamente.
Comunque, non so perchè, le giornate fisicamente faticose mi lasciano sempre qualcosa dentro, qualcosa che mi piace...
Alla prossima.

lunedì 12 ottobre 2009

Monte Malaina


Anche se il sabato sera l'ho passato alla festa della birra, domenica mi sono svegliato ad un'orario "decente" e sono partito alla volta di Carpineto.
L'idea di una bella gionata tra i monti è stato un pensiero fisso per tutta la settimana e così ho deciso di non sprecare quei pochi raggi di sole che si vedevano dalla finestra della mia camera.
La strada la conoscevo già, il giorno prima avevo provato ma la troppa pioggia mi ha fatto rinunciare.
Così alle 10:30 circa comincio la salita al Monte Malaina. Il Malaina con i suoi 1480 m è la seconda vetta in altezza dei Lepini.
Il sentiero è fangoso e pieno di rovi ma ben presto si apre davanti ai miei occhi un bosco di querce fiabesco.
Continuo a salire fino a veder svanire il bosco per lasciar spazio alla sassosa cresta del monte. Arrivo in cima e..... finalmente mangio.
Il panorama.... niente da fare.... Nuvole per niente confortanti l'avevano oscurato, vabbè, comincio a riscendere e proprio quando mi sembra che il tempo migliori ecco che arriva un acquazzone di quelli tipicamente estivi ma decisamente fuori stagione. Acqua a secchiate cade sulla mia testa per più di mezz'ora ma il buon poncho fa il suo dovere.
Finalmene smette di piovere e pian piano riesco a tornare alla macchina.

Come al solito una gran bella passeggiata ed un pizzico di avventura dovuta alla pioggia mi accompagnano fino a casa.
Alla prossima

Traccia GPS

Profilo altimetrico

Foto quì