lunedì 13 agosto 2018

Sentiero Coleman da Vallepietra a Camerata Nuova

Data: 10-11/08/18
Regione e provincia: Lazio (RM)
Località di partenza: Vallepietra
Località di arrivo: Camerata Nuova
Tempo di percorrenza: 8 ore circa 
Chilometri: 20 circa
Grado di difficoltà: E
Segnaletica:Bianco Rossa.
Cartografia: M. Simbruini edizioni Il Lupo.
Dislivello in salita: 1100 m circa


Sveglia alle sei di mattina, risposato e fresco. Le gambe un po' legate ma niente che un po' di marcia non possa sciogliere. Lo zaino sembra più leggero ma è solo una sensazione. Fatta colazione son pronto a partire in direzione Santissima Trinità e monte Autore, prima,per proseguire verso camposecco e Camerata Nuova poi. La giornata inizia positiva, penso al dislivello in salita che si fa tutto nel primo tratto, fino a monta Autore, poi tanti chilometri ma in discesa e falsopiano. Ottimo mi dico. Scendo da Vallepietra  per rincontrare la palina con i segnavia lasciata il giorno prima. 
Il sentiero è ben segnato e proseguo su asfaltata sempre risalendo il Simbrivio. Per strada sorgenti e acqua che sbuca da tutte le parti, uno spettacolo. La strada asfaltata si trasforma in sterrata che poi si lascia per iniziare la salita in montagna. Qui è impossibile sbagliarsi, la "strada" è un susseguirsi di croci lasciate dai pellegrini di ogni città e paese. In una oretta e mezza arrivo al santuario che già fa caldo. Vado in cerca di una fontanella e ne approfitto per una birra ed un po' di riposo. È qui che mi accorgo di avere un "passeggero" attaccato ad una gamba. Una zecca, presa forse durante la salita, chi lo sa. Comunque la tolgo senza troppo stupirmi, mi è già acaduto in passato. Finisco la birretta e proseguo il mio cammino. Ho imparato una cosa in questo giro, la sacca per l'acqua nello zaino è comoda ma una bottiglietta da mezzo litro in aggiunta è meglio portarla sempre. Al santuario non ho riempito la camelbag perché significava dover svuotare lo zaino per estrarlo e reinserirlo così sono arrivato alla fonte successiva quasi a secco. 
La fonte, che si trova poco al di sotto del monte Autore, Fonte degli Scifi, a distanza di poche decine di metri sembrava secca... mi stavo maledicendo. Poi invece un piccolo rigolo usciva e mi ha fatto fare rifornimento. Una lapide in marmo ne decanta la sua santità per aver dissetato i pellegrini da tempo immemore, quindi presumo non si sia mai seccata. Di li a poco si raggiunge la vetta del monte Autore.
Magnifica la veduta su gran parte del parco e sul vicino monte Tarino. Si riesce a vedere la meta subito successiva, la piana di Camposecco. Attenzione a non sbagliarsi quì, la direzione da prendere non è quella verso Camposecco perché il sentiero continua nella direzione opposta. La salita è finita. Scendendo dalla vetta fare attenzione ai segnavia, pena sbagliarsi ed andare a finire a Monte Livate. 
La discesa è tranquilla ma lunga, giù per il vallone fino alla piana. A circa metà percorso un branco di cinghiali, proprio sul sentiero, mi fa sobbalzare. Scappano appena mi sentono ma si dividono in due gruppi. Il primo gruppo, il più numeroso, scappa sul versante destro mentre l'altra mezza dozzina su quello sinistro. Due voci e riesco a farli ricompattare sullo stesso versante, non mi sembrava il caso di passare in mezzo al gruppo. Arrivo a Camposecco verso le 16:00  molto stanco, il dolore alla gamba destra è tornato e più forte del giorno prima. Vado a vedere il rifugio, che sembra ricostruito almeno per quanto riguarda il tetto. Penso che forse sia il caso di riposare lì fino al giorno dopo ma trovo una sorpresa. Il rifugio in cui tante volte ho dormito, anche in inverno con tanto di neve, è chiuso con un lucchetto.... mah... non ne capisco il senso. Camerata Nuova dista circa due ore ma data la stanchezza ne prevedo almeno tre per me. In quella zona i cellulari non hanno segnale ed io proprio non ce la faccio a pensare di non poter scambiare due parole con qualcuno.
Mi trovavo in una situazione di disagio, più psicologico che fisico e quindi mi faccio forza e vado avanti. Continuo a camminare fino a Camerata Vecchia dove trovo un angoletto carino, piazzo la tenda, mangio e vado a dormire.La mattina successiva scendo a Camerata Nuova con l'intento di abbandonare il progetto iniziale di fare tutto il sentiero Coleman in cinque giorni consecutivi. Il motivo? Non mi stavo godendo il percorso. Forse non era il momento giusto, non so. A  Camerata Nuova incontro una persona, meglio dire un personaggio. Un poeta amante della montagna che ha tirato su un'iniziativa interessante. Merita un post a parte. Abbiamo passato insieme mezza mattinata, molto piacevole e poi mi ha accompagnato a Carsoli per riprendere il treno.








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