lunedì 13 agosto 2018

Sentiero Coleman da Subiaco a Vallepietra

Data: 9/08/18
Regione e provincia: Lazio (RM)
Località di partenza: Subiaco
Località di arrivo: Vallepietra
Tempo di percorrenza: 8 ore circa 
Chilometri: 20 circa
Grado di difficoltà: E
Segnaletica:Bianco Rossa.
Cartografia: M. Simbruini edizioni Il Lupo.
Dislivello in salita: 1000 m circa
Accesso stradale: Da Subiaco seguire le indicazioni per i monasteri.


Enrico Coleman fu un pittore che visse nella seconda metà dell'ottocento, uno dei primi naturalisti romani e capostipite della scuola stessa.
Nel 1881 insieme al suo amico Edoardo Martinori, l'allora segretario della sezione CAI di Roma, intraprese un cammino che da Subiaco attraversava il parco dei Simbruini per proseguire in quello dei Lucretili. Il percorso originale non è ben definito ma oggi, in suo onore, ne è stato creato uno che ripercorre in gran parte i sui passi e si snoda tra i due parchi collegando Subiaco a Tivoli.

Era tanto che non prendevo mezzi pubblici ma armato di biglietti e pazienza parto da Avezzano con il treno per proseguire da Mandela in pulman fino a Subiaco, dove inizia l'avventura. 
Il percorso inizia in direzione del bellissimo Monastero di Santa Scolastica. L'idea di una visita è d'obbligo ma viene subito meno. Un prete, tutt'altro che cordiale, dopo avermi chiuso la porta del monastero in faccia , oltretutto a chiave, (forse pensava che sarei entrato con la forza?) mi dice di aspettare la guida. Vabbè, la visita guidata sarebbe troppo lunga, faccio foto e proseguo. Il sentiero, ben segnato, inizia su strada asfaltata che poi diventa sterrata e fiancheggia il fiume Aniene fino ad arrivare sotto il comune di Jenne. Si lascia l'Aniene e si sale al paese (9 km circa). Pausa pranzo e birretta al bar. Fa molto caldo ma la paura dei temporali mi rimette di nuovo in marcia. 
Il tratto successivo, sempre ben segnato, inizia un po' "infrattato". Si passa di fianco a parecchie strutture, stalle o ex stalle, su una traccia stretta e piena di erba, spini e ... cacche fresche. Il sentiero prosegue in salita e la comparsa delle ginestre sta lì a dimostrarcelo. Non è il migliore degli spettacoli che la natura può offrirci ma ha il fascino del selvatico. Il cielo inizia a coprirsi e si sentono i tuoni avvicinarsi, accelero il passo. Dover indossare il poncho in mezzo a quegli spini non sarebbe stato di certo comodo per la progressione. 

Si prosegue svalicando fino ad incontrare il torrente Simbrivio. Il rumore dell'acqua mi rinfranca, non so nemmeno perché, di sicuro la via è più comoda ed in più il temporale sembra avermi schivato. Risalendo lungo l'argine del torrente inizio ad accusare la stanchezza e un dolore dietro il ginocchio della gamba destra. Anche le spalle e la schiena si lamentano, insomma, una chiavica. La ventina di chilometri percorsi si fanno sentire. Arrivo in un'area attrezzata poco prima di Vallepietra all'altezza di una diga dell'ENEL. Esausto decido di fermarmi e piazzare la tenda lì. Avevo finito l'acqua e quindi mi affaccio al laghetto per vedere se è utilizzabile, al massimo la faccio bollire un po'. Di solito non mi fido molto dell'acqua ferma ma a pensarci bene l'acqua del Simbrivio è quella che arriva al rubinetto di casa mia. Faccio per prenderne un po' quando arriva una ragazza accompagnata dai suoi tre cani. Scambiamo due parole e poi pronuncia la parola magica! C'è una fontanella proprio all'ingresso di Vallepietra, ad una quindicina di minuti a piedi. Non essendo l'abitato sul sentiero prestabilito non avevo segnato il luogo di questa fontana. Comunque mi faccio coraggio e in quindic... mezz'ora arrivo a Vallepietra. Acqua freschissima, faccio scorta e zoppicando mi rimetto in marcia. L'idea era di avvicinarmi al santuario della Santissima Trinità dove so di poter piazzare la tenda ma le gambe dicono no. Scopro l'esistenza di un ostello, in paese,


ma forse è chiuso. Vengo a sapere che posso chiamare un cellulare per farmi aprire e così faccio. Non smetterò mai di ringraziare la signora che lo gestisce. Gentilissima mi viene a dare una stanza anche se di solito l'ostello funziona solo su prenotazione e soprattutto in quel momento non era a Vallepietra. Insomma, è venuta apposta. 

Non sarà stato avventuroso ma quella sera doccia e ninne in un vero letto... che spettacolo.















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