domenica 26 agosto 2018

M. Cotento da Filettino, un compleanno tra amici

Data: 25/08/18
Regione e provincia: Lazio (FR)
Località di partenza: Filettino ( 1070m )
Località di arrivo: Monte Cornacchia (2015 m)
Tempo di percorrenza: 6:30 ore circa 
Chilometri: 18 circa
Grado di difficoltà: EE
Segnaletica: Bianco Rossa.
Cartografia: Monti Simbruini ed. il Lupo
Dislivello in salita: 1200 m circa considerando andata e ritorno
Accesso stradale: Da Filettino paese


Il difficile è stato trovare l'inizio del sentiero. Le indicazioni sul libricino allegato alla carta escursionistica non sono state per me molto chiare. Alla fine, per non sbagliare, il sentiero parte proprio dalla cona di San Bernardino, facilmente raggiungibile tramite indicazioni stradali. Il resto del percorso è ben segnato ed impossibile da sbagliare seguendo gli svariati paletti con indicazioni posti dall'ente parco (o dal CAI). Unica attenzione da porre è, sulla via del ritorno, non prendere il sentiero che porta a Fiumata, pena dover farsi una bella scarpinata su asfalto fino a Filettino. Per raggiungere il M. Cotento, in questo percorso, si utilizzano più sentieri quindi inizialmente non sarà segnalato esplicitamente ma basta seguire i segnavia per Campo Staffi e poi, per il Cotento stesso, quando manca circa un'ora all'arrivo. La strada da fare è parecchia ma, volendo, si può dimezzare raggiungendo Campo Staffi, avendo provveduto preventivamente a lasciarci un mezzo per il ritorno oppure approfittando del servizio pubblico (Cotral).

Il Monte Cotento, il più alto dei Monti Simbruini, l'ho sempre snobbato. La sua vicinanza a Campo Staffi e il fatto che spesso l'ho visto sullo sfondo degli estivi e orribili impianti sciistici, non lo hanno mai messo al centro dei miei interessi escursionistici. Anche la sua forma non lo aiuta, poverino, lo fa assomigliare ad un panettone e non ci sarebbe niente di male se non differisse così tanto dalle slanciate ed affilate cime che lo circondano. Però Lui sta lì, prepotentemente sempre visibile e, anche se snobbato, si mostra da ogni angolo a ricordare la sua esistenza. E' così che decido di andare a fargli visita, un po' perché mancava all'elenco ed un po' perché sta lì, sempre a ricordarlo.
La salita da Campo Staffi è subito scartata, equivarrebbe a togliersi un dente e verrebbe meno l'idea di passare una una mattinata serena di cammino. Da Filettino invece il percorso è interessante, lungo ed appagante, almeno così viene descritto. In realtà l'idea di camminare per ore nel bosco non è per me la più gradita ma presto mi ricredo. Abeti, poi faggi, d'un tratto sembra di ritrovarmi a guardare delle diapositive dietro ad un proiettore. In successione cadenzata si aprono squarci panoramici sempre diversi, sempre stupendi ed i tratti coperti non sono nient'altro che quell'istante che trascorre tra un "clack" e l'altro nella macchina del proiettore. Il tempo sta passando senza neanche accorgermene e d'un tratto esco totalmente da bosco. 
Il Cotento appare dopo poco, proprio nella sua forma classica che continua a ricordarmi il tipico dolce natalizio, mi viene un sorriso a pensarci. Fin'ora son salito senza la minima fatica, quasi senza sudare. Quest'escursione assomiglia sempre più ad una passeggiata, di quelle che si fanno la sera con gli amici, piacevole, spensierata ed appagante, proprio come nella descrizione.
Nella mia mente il Cotento inizia a cambiare forma, sta diventando una bella montagna. Anche il vento, che di solito apprezzo poco, oggi non è fastidioso. 
Arrivo in cima ed allora tutto cambia.Il panettone non è più tale, è diventato piuttosto una torta e salirci non è stato altro che avergli aggiunto quella ciliegina che gli mancava. Mi accorgo in un attimo che c'è qualcosa di ironico, quasi magico in questa giornata. Inizio allora a pensare che il vento, oggi, ha un compito nel completare il quadro, sta li a soffiare sulle candeline dei miei 38 anni di vita passati. Sembra quasi una festa quando, spostando lo sguardo, tutt'intorno, vedo i vecchi amici, che stanno lì, pronti al brindisi. 
Il Viglio con il suo Gendarme, che più di un protettore ricorda il figlioletto dispettoso che non ha ancora superato il complesso di Edipo e sta sempre attaccato alla madre. Il Tarino, la sorella, quasi coetanea, che bisogna star attenti a trattare perché, proprio come il monte che è riserva integrale, se la stuzzichi troppo prima o poi te la fa pagare. Tra i due vedo il Crepacuore, caro amico che però ha litigato con l'altro di amico, l'Autore. Presenti alla festa ma distanti tra loro. Infine, un po' più lontano, gli austeri Velino e Cafornia che come due genitori, anche se da tempo ti hanno lasciato andare, stanno sempre lì, a buttare un'occhio su quello che combini, sempre pronti in caso di bisogno. 
Insomma,ci sono tutti, tutti insieme a testimonianza degli anni passati, quasi pronti con il bicchiere in mano per un'altro brindisi.
Poi lo sguardo volge oltre, più lontano, dove si vedono altri luoghi, altri monti dai nomi a me sconosciuti. Anch'essi sono lì per ricordarti che, come per la vita, c'è ancora tanto da fare, da vedere, da camminare e da conoscere.
E' tempo di scendere, saluto tutti che domani c'è un'altra festa, bisogna festeggiare l'inizio del nuovo anno di vita. Questa volta con una compagnia più goliardica, rumorosa e dozzinale, perché in fin dei conti, dentro, mi sento sempre bambino.









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